Quest’oggi parliamo di un fenomeno molto comune in Sardegna, ma molto complicato e per nulla semplice.
Perché quando si arriva in Sardegna si viene spesso accolti dai cartelli dei paesi e delle città sparati da colpi di arma da fuoco?
Dare una risposta univoca a questa domanda è impossibile, ma cercherò di farvi capire un minimo di motivazioni che si celano dietro a questa strana abitudine.
I cartelli con i fori di proiettile in Sardegna
Partiamo col dire che non tutti i cartelli dei paesi in Sardegna hanno fori di proiettili.
Questa è solo una magra consolazione, perché non sono affatto pochi i paesi ad avere questa forma di accoglienza in Sardegna.
Penso che l’usanza derivi dal periodo in cui in Sardegna l’illegalità imperversava e l’Anonima Sarda metteva paura a residenti e non.
Anche il piccolo paese del Sud dell’isola che mi ha dato i natali ha al suo ingresso un cartello sparato con proiettili a rosa.
Sparare al cartello all’ingresso del paese nasce a mio avviso per mettere subito in chiaro a chiunque si appresti ad entrare nel paese come funzionino le cose al suo interno.
Per lunghi anni, in Sardegna la legge dello Stato è stata solo una delle leggi a vigere sul territorio.
Sull’isola ci sono regole non scritte a cui bisogna prestare attenzione, come quella di farsi sempre i propri affari e non quelli degli altri ad esempio.
Il cartello forato è un messaggio di avviso, non la vivrei come un’intimidazione ( se non forse per le forze dell’ordine).
E’ il simbolo di un malessere a lungo vissuto sull’isola, sempre bistrattata e dimenticata dalla politica, senza un minimo di progettualità e un futuro scuro che porta i giovani isolani a scappare da quella terra che non riusciranno mai a strapparsi dal profondo del cuore.
Il cartello forato simboleggia la legge interna del territorio. Quella legge fatta di balentia e di voglia di far prevalere la voce dei residenti, i loro desideri e le loro ambizioni ad una vita migliore.
Il cartello forato simboleggia la voglia di resistenza ed opposizione alle cose che sul territorio proprio non funzionano.
Quando lo stato ti dimentica, allora è la legge del popolo a voler prevalere.
Una legge discutibile, fatta di principi arcaici, spesso errati, ma che si rifanno sempre a quella giustizia sociale e voglia di comunità, insiti nella cultura sarda.
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La filosofia dei cartelli forati in Sardegna
Certo dietro ai cartelli forati c’è spesso il malaffare.
C’è spesso anche l’abitudine o i riti di iniziazione dei giovani che sparano ai cartelli come battesimo alle armi.
C’è anche l’emulazione del paese accanto che ha i fori già da qualche tempo sicuramente.
Ma io da sardo, rimango convinto che quantomeno alla nascita del fenomeno, ci sia stata la voglia di esternare il proprio rancore e malessere al prossimo.
Chi non ha mai vissuto in Sardegna non può proprio capire.
Provate a pensare ad una famiglia con 3 figli, il cui padre ha solamente lavorato in nero in edilizia tutta la vita e ora si ritrova con la schiena spezzata, senza alcun sostegno.
Provate a pensare di lavorare senza mai ricevere uno stipendio.
Pensate a lavorare full time ed essere assicurati part time.
Pensate a lavorare in un call center, dove se vendi qualcosa, guadagni; ma se non vendi nulla, non hai guadagnato nulla.
Prova a pensare di avere un contratto, ma il tuo datore datore di lavoro ti elimina le ferie come se le avessi godute, ma sono 365 giorni che lavori senza pause.
Prova a pensare di crescere dei figli in un territorio dove trovare un po di droga è semplice come chiamare il 112.
Pensa all’immondezza sulle strade, alle raffinerie sulla costa, alle basi militari NATO che si mangiano altri spezzoni di quella costa che per noi è come il pane, pensa alla politica che ha portato a casa sino ad oggi solo corruzione, pensa al fatto che Salvini ha preso un sacco di voti alle scorse elezioni, pensa agli animali abbandonati sulle strade, pensa alle faide interne ai paesi e infine pensa alla bellezza del nostro territorio, a quanto siano incantevoli le spiagge, a quanto poco riusciamo a vendere le unicità del nostro territorio.
Beh questa è la Sardegna che i giornali non raccontano. E’ la Sardegna che spezza il cuore quotidianamente ad ogni sardo. E’ la Sardegna che sogna un futuro diverso.
Certo non voglio affatto dire che la colpa sia solo esterna. Io stesso ho una reputazione alquanto negativa verso gran parte del mondo dell’imprenditoria sarda.
Certo rimane che se esiste una legge, questa va fatta rispettare su tutto il territorio italiano.
La Sardegna rimane purtroppo oggi ancora un far west, dove le leggi si sospendono e il malaffare continua a regnare.
Quindi vi chiedo di non sostituire quei cartelli. Non ancora almeno.
Devono stare li, non per sempre, ma per lo meno sino a quando la mia terra non potrà finalmente godere di un può di giustizia sociale e civile per finalmente avere il benessere che tanto meritiamo.
A noi sardi basta poco, ma al momento non abbiamo nulla.
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