Benvenuti a Bolzano – Bozen, città dalle mille sfaccettature e dai mille volti, dove convivono due diverse etnie (scusate il termine, io personalmente non lo amo): quella degli abitanti di madrelingua italiana e quella degli abitanti di madrelingua tedesca.
Bolzano è la città che mi accolto e che mi ha ospitato negli ultimi 10 anni della mia vita e oggi posso dire di sentirmi un vero cittadino della città e posso dire che il mio cuore è almeno al 50% altoatesino e che l’Alto Adige Südtirol è la mia seconda Heimat, ovvero una patria ma con un senso più romantico e passionale del termine.
Ma veniamo a noi. Sono in tanti gli italiani che si chiedono per quale motivo in Alto Adige si parli tedesco.
La risposta è molto semplice: questo territorio è quasi sempre stato nella storia appartenente all’Austria. Solo con la fine della Prima Guerra mondiale, in seguito alla sconfitta dell’impero austro-ungarico il territorio viene annesso al Regno d’Italia.
Perché il tedesco a Bolzano e in Alto Adige
Partiamo dall’inizio. Il territorio dell’Alto Adige Südtirol è sempre stato parte dell’Austria e con la fine della prima Guerra mondiale passa al Regno d’Italia. Di conseguenza tutti gli abitanti della provincia, che ai tempi vivevano esclusivamente di allevamento ed agricoltura in un territorio montano, non parlavano l’italiano. Quando il territorio passa all’Italia, inizia quella che viene nominata “l’italianizzazione” della provincia, che ebbe il suo culmine durante il fascismo.
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Sotto il fascismo infatti il territorio subisce la forte imposizione del regime e la lingua tedesca viene completamente bandita.
I poveri abitanti altoatesini furono costretti tra le altre cose a tradurre il proprio nome in italiano, a parlare in pubblico esclusivamente in italiano, a non poter più insegnare il tedesco ai bambini e in poche parole a vedere distrutta la propria cultura. Sono state delle pagine molto dure della storia del territorio, che alcuni madrelingua tedeschi ancora oggi faticano a digerire (a mio avviso giustamente).
In questi anni Mussolini propose vari benefici agli italiani che si trasferivano in Alto Adige. Si ricevevano ai tempi vari vantaggi, quali una casa dignitosa (detta “semirurali”) e un lavoro nelle grandi aziende che qui avevano preso dimora, quali la Lancia, la Montecatini o le acciaierie.
Oggi la situazione è molto cambiata, ma la lingua tedesca ha una forte vitalità e forza in provincia. Bolzano, capoluogo di provincia, è in realtà un’eccezione in provincia, poiché in città, secondo i dati del censimento del 2011, oltre il 70% della popolazione appartiene al gruppo linguistico italiano. Altre città a maggioranza italiana sono Laives, Salorno, Bronzolo e Vadena, mentre nella stupenda Merano gli abitanti sono equamente divisi per i due gruppi linguistici.
Vivendo a Bolzano devo dire che sembra effettivamente di vivere in una città italiana con un pizzico di atmosfera estera, che l’architettura del centro contribuisce a rafforzare. In città è quasi impossibile che una persona non conosca la lingua italiana. Ci sono tuttavia alcuni quartieri a maggioranza tedesca, come la “nobile” Gries o Rencio, ma anche quartiere a quasi completa appartenenza al gruppo italiano come il “popolare” Don Bosco.
Uscendo dalla città di Bolzano tuttavia le cose cambiano e non penso che esista una valle che abbia la maggioranza dei residenti appartenenti al gruppo linguistico italiano.
Ci sono comuni come Martello (in val Martello) dove il 100% degli abitanti appartiene al gruppo linguistico tedesco.
Nelle valli non è impossibile che alcuni abitanti non riescano (o vogliano) parlare italiano. In alcune valli è più semplice di altre che questa situazione si verifichi.
Ad esempio in Val Passiria o in Valle Aurina non è affatto impossibile.
La lingua tedesca svolge un ruolo in provincia estremamente importante. Innanzitutto per ottenere un posto pubblico è necessario il possesso di un patentino linguistico, ovvero bisogna superare un esame in entrambe le lingue.
Più è qualificato il lavoro messo in palio da un concorso, maggiore sarà il livello di conoscenza delle due lingue richiesto. Negli ultimi anni anche nel privato la conoscenza delle due lingue è diventato un requisito essenziale.
Solo nei lavori più umili non viene richiesta, mentre nella stragrande maggioranza dei lavori è un requisito estremamente importanza conoscerle.
Oggigiorno devo però ammettere che gli appartenenti al gruppo linguistico tedesco mi paiono più attivi nella conoscenza delle due lingue, mentre gli italiani sembrano molto più pigri, seppur la tendenza penso sia in crescendo.
E’ raro entrare in contatto con madrelingua tedeschi che non conoscano l’italiano e devo ammettere che anche le persone più anziane, riescono ad esprimersi in italiano in maniera quantomeno sufficiente.
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La convivenza tra italiani e tedeschi in Alto Adige
La storia della convivenza tra i due gruppi linguistici non è sempre stata rose e fiori. Ci sono stati periodi bui come durante gli attentati degli anni ’60, che seppur non paragonabili alla cattiveria di altre forme di terrorismo, hanno sicuramente creato un clima di tensione in provincia.
Oggi a mio avviso la situazione è molto positiva. I giovani crescono in tanti in un contesto plurilingue, le occasioni per esercitare la conoscenza delle lingue straniere sono tante. Gli italiani amanti della montagna sono anche numerosi e la gita al maso la Domenica non ha barriere linguistiche, è amata allo stesso modo sia dagli italiani che dai tedeschi.
Rimangono in provincia naturalmente alcuni partiti di matrice indipendentista o filo-austriaci, che non amano l’Italia e vorrebbero l’indipendenza o l’annessione all’Austria, ma secondo me sono quasi più folkloristici che altro e il loro seguito non è così forte. Non mancano le iniziative atte a rafforzare la convivenza, che nascono sia su iniziativa pubblica che privata e in generale la società altoatesina sta scoprendo i vantaggi di vivere in un territorio plurilingue.
La società altoatesina ha a mio avviso iniziato un percorso verso una nuova direzione, quella di un territorio che fa della capacità di esprimersi in due lingue un punto di forza e allo stesso tempo un tratto distintivo dei sudtirolesi. Inizia a nascere un sentimento che non distingue più tra italiani e tedeschi, ma che unifica il tutto nelle parole sudtirolesi/altoatesini. Una società che ama il suo territorio e le sue particolarità, che ricorda le sue origini, ma che guarda verso il futuro.
Perché la provincia di Bolzano si chiama sia Alto Adige che Südtirol
Io amo particolarmente il nome Alto Adige Südtirol perché riflette alla perfezione i due punti di vista esistenti in provincia.
Pensiamo al nome Alto Adige. L’Adige è il fiume che attraversa Bolzano, quindi per un italiano il territorio della provincia di Bolzano è una regione che si trova nella parte alta del fiume: da qui il nome.
Variamo prospettiva e vediamola dal punto di vista di un abitante germanico. il Südtirol è il territorio che sta nella parte Sud del Tirolo, ovvero una regione transfrontaliera che comprende parte dell’Italia, dell’Austria e della Germania.
E’ curioso vedere come l’italiano guardi a Nord mentre il tedesco guardi a Sud per dare un nome alla regione.
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Bolzano,una citta’ che ho sempre amato pur soffermandomi in essa per pochi mesi nel lontano 1974. Avevo 19 anni quando ho avuto il pregio di fare la sua conoscenza. Sono stato li’ per lavoro presso l’ Hotel Citta’ in qualita’ di commis di cucina, avendo frequentato l’istituto alberghiero della mia citta’ (Napoli). Il mio primo contratto stagionale , quindi, l’ho firmato per richiesta dell’allora direttore, Colombo di Milano, per quell’albergo e quella citta’ che ancora oggi , e penso per sempre, portero’ nel cuore. Una piccola parentesi:,dopo ben 45 anni il primo contratto di lavoro firmato da mio figlio e’ stato proprio per lavorare in un albergo sito sul Santuario di Pietralba: destino? Mi sono sempre chiesto del perche’ li’ si parlasse il tedesco pur essendo in Italia. Mi arrabbiavo quando in un qualsiasi luogo della citta’ ti si rivolgevano in questa lingua. Credevo che lo facessero apposta per metterti in difficolta’ in un territorio che consideravano e che era loro.Poi approfondendo la storia di questi luoghi, ho capito il perche’ si comportassero cosi’. Nello stesso tempo mi sono reso conto delle sacrosante ragioni del loro comportamento.Ecco, un altra bruttissima conseguenza di una guerra che oltre a portare orrori e morti , ha tentato di strappare con violenza, persone dalla loro terra natia, dalle loro origini dalla loro cultura. Dico tentato perche’, a distanza di 100 anni , ancora oggi e, con giusta ragione, resistono a questi tentativi, con l’orgoglio di chi ama la madre patria, di chi e’ attaccato ad essa da un cordone ombelicale mai tagliato. Quando mio figlio mi disse che probabilmente sarebbe andato li’ per lavoro, mi prese una emozione incredibile, fu come se dopo tanti anni, io potessi rivivere attraverso di lui questa sua nuova esperienza,come se tornassi dopo tanti anni in quella citta’da me tanto amata. Oggi, il suo contratto e’ terminato e, forse, avra’ la possibilita’ di continuare a lavorare nella sua provincia: Ortisei. Li’ ha inviato dei curriculum vitae ed e’ stato chiamato per un colloquio dove , domani 05 Novembre si presentera’. Quando partii dalla mia citta’, che amo allo stesso modo di come loro amano Bolzano,I miei insegnanti, mi sconsigliarono di accettare quel contratto dicendomi che: li’ odiavano gli italiani e ancor di piu’ chi proveniva dal sud. Non sono mai stato amato tanto da persone che nell’apparenza sono di “scorza dura”ma nella sostanza riconoscono e apprezzano chi li rispetta e si comporta civilmente, perche’ loro di civilta’ ne hanno da vendere. Posso dire che quando dovetti tornare a Napoli,quelli che dovevano “odiarmi”erano li a piangere con me mentre gli dicevo addio.Non so se riusciro’, ma, il mio unico desiderio e’ sempre stato di ritornarci per restare, se mi avessero accettato.Quando andro’ tra qualche anno in pensione? Lo spero tanto. Nonostante la lontananza e l’amore che provo per mio figlio,auguro a lui di continuare questa grande e bellissima esperienza.Vedo in lui la voglia che io stesso avevo di restarci, lo stesso entusiasmo. Spero che tutto questo si esaudisca. Spero che in qualche modo questo territorio possa ritornare in possesso dei loro, piu’ che legittimi, abitanti. Vi sembrera’ strano che un Napoletano ami tanto questa citta’ ma, e’ cosi’eì li’ che ho trovato la mia dimensione, vera, di cittadino.
Buona sera Fabrizio, complimenti a te è tuo figlio. Molto utile il tuo articolo su Bolzano grazie 🙏
Grazie mille, gentilissima
Caro Giuseppe,
grazie tanto per il tuo contributo. L’ho letto veramente con piacere.
Da buon uomo del Sud capisco le tue parole.
In bocca al lupo per tutto a te e tuo figlio.
Un saluto
Fabrizio
io Credo che il sud Tirol e stato occupato ingiustamento dall italia . datelo all austria
Ciao Stefano,
sono in parte daccordo con te. Ma riconsegnare il territorio all’Austria, credimi, è qualcosa di non più attuale.
Col tempo stiamo creando una propria identità, che nulla a che fare con l’Austria, ma che mixa sapientemente mondo germanico e italiano.
Un nuovo mix speciale, che è parte della nostra stessa identità.
Ciao fabrizio,
si concordo con te che la città bolzano, si può dire, è italiana e italia perchè ci sono molto più italiani che tedeschi. E concordo ancora che se esci da bolzano addio, sei fregato perchè nelle altre città e soprattutto piccoli comuni e valli il tedesco è presente…spesso solo quello e l’italiano non c’è.
Pensa che vorrei tanto trasferirmi in valle aurina e in quel comune il tedesco la fa da padrone per tantissimi motivi. Per me purtroppo non potrò mai andarci a vivere in quanto non so nulla di tedesco. E’ troppo difficile come lingua per me.
Ce una cosa che voglio chiederti; PUOI DIRMI IN CHE SETTORI E LAVORI NON E’ NECESSARIO IL TEDESCO? GRAZIE
Ciao Matteo,
grazie per il commento, mi hai dato lo spunto per un altro articolo 🙂
Allora in realtà i lavori nel quale il tedesco non è richiesto sono tanti.
Sicuramente i lavori più umili, gli operai, ma anche in tutte quelle aziende dove non si ha contatto con pubblico tedesco.
Io ad esempio ho lavorato a lungo in una ditta tedesca, che però lavorava esclusivamente sul mercato italiano, dunque il tedesco era un plus, ma tante persone non lo parlavano.
Ovvio che tu mi parli della Valle Aurina e lì le cose si complicano, perché il lavoro è per lo più del settore turistico, dove la conoscenza della lingua è fondamentale.
Nelle vicinanze la speranza maggiore che potresti avere è quella di trovare qualcosa a Brunico, dove un pochino di italiano c’è.
Considera che il numero di candidati ad un annuncio di lavoro in quella zona non è altissimo, dunque per le ditte spesso trovare lavoratori non è semplice.
Se vuoi maggiori dettagli, puoi scrivermi un’email e ti spiego meglio.
Un caro aluto,
Fabrizio