Leggende e fantasmi a Venezia: alla scoperta dei 10 luoghi misteriosi della Serenissima

Leggende e fantasmi a Venezia

Di Venezia abbiamo già parlato spesso, fosse solo per scoprire quanto può costare un giro in gondola o per proporvi un itinerario a piedi di un giorno.

Ma La Serenissima è una città molto più complicata di quanto si pensi e il luogo che tutti pensano si concluda tra piazza San Marco e il ponte dei Sospiri è in realtà una città ricca di sfaccettature e colma di sfumature, che solo i visitatori più attenti riescono a cogliere.

In mezzo alle diverse anime che attorniano Venezia, il suo lato noir e il suo velo di mistero sono forse la parte che la rende maggiormente interessante.

Venezia è infatti ricca di aneddoti e leggende che narrano di una città dal lato oscuro e misterioso, che è possibile ripercorrere andando alla scoperta di una città posta al di fuori dei circuiti classici del turismo, un lato della città lagunare diverso e meno conosciuto, ma non per questo meno affascinante.

Nelle mie avventure nella città lagunare, ammetto di non aver mai dato tanto peso a questo lato, nonostante il mistero penso doni un tocco di magia alle esperienze e le renda ancor più memorabili.

Solo quando un amico mi ha presentato Civitatis, un sito web e network che propone varie esperienze di viaggio, (qui trovate la loro pagina dedicata ai tour di Venezia) sono entrato in contatto con questo lato della città e ho deciso di andare alla sua scoperta.

Sarà la stessa esperienza che proporrò di fare anche a voi, andando alla ricerca dei 10 luoghi che raccontano storie di leggende e fantasmi a Venezia attraverso i tour che è lo stesso Civitatis a promuovere.

Se invece i fantasmi non sono di particolare gradimento, potrebbe allora aver senso dare un’occhiata alla nostra guida sui 12 luoghi meno noti della città lagunare, dove trovare la giusta ispirazione per scoprire la vera anima della città.

Tour gratis sui luoghi misteriosi di Venezia

Come vi ho anticipato poco fa, per andare alla scoperta dei luoghi misteriosi di Venezia, può essere utile affidarsi ad un tour organizzato, principalmente per il fatto che miti e leggende della città lagunare non sono molto conosciuti e pubblicizzati e far da se diverrebbe in questo caso impossibile.

Ci si potrebbe a questo punto porre la domanda su quanto sia poi necessario spendere per riuscire ad entrare in contatto con questi luoghi.

La risposta potrebbe sorprendervi poiché i tour che vi andrò a proporre sono completamente gratis, nel senso che non è obbligatorio pagare qualcosa e, soprattutto, non c’è un prezzo esposto per il tour.

Il meccanismo prevede semplicemente che a fine tour sia il visitatore a decidere quanto pagare in base al proprio grado di soddisfazione.

Ovviamente lasciare una piccola offerta è segno di gentilezza e cortesia, ma la decisione alla fine rimane a voi.

Sono due i tour interessanti che potreste pensare di scegliere:

  • Free tour dei misteri e delle leggende: un tour alla scoperta sia dei luoghi più conosciuti, ma anche di luoghi dal grande fascino spesso trascurati dal turismo di massa, come il ghetto ebraico per esempio. Un’esperienza intensa ed emozionante che ci permette di conoscere i lati meno conosciuti e più misteriosi della città, attraverso un free tour ben strutturato ed emozionante;
  • Free tour alternativo di Venezia: un free tour più incentrato sulla scoperta dei misteri che attorniano la città e che ci porta alla scoperta dei luoghi più autentici di Venezia. Tra misteri e ombre sulla città, ci sarà anche il tempo per un ottimo spritz alla veneziana.

Leggende e fantasmi a Venezia: i 9 luoghi più misteriosi

Entriamo ora nel vivo dell’alone di mistero che circonda la città, raccontandovi alcune delle più interessanti leggende che hanno la città lagunare al centro del loro svolgimento.


#1 L’isola infestata di fantasmi di Poveglia

La piccola isola di Poveglia sorge a poca distanza dalla città e in passato è sempre stata luogo di ricovero di ammalati gravi di malattie come peste o simili.

Da sempre sull’isola sono stati accolte le persone più in difficoltà della laguna, gravemente ammalate, che sull’isola si rassegnavano ad un destino di morte certa.

L’isola è poi diventata la sede di quello che sulla carta doveva essere il ricovero per anziani, ma che in realtà pare sia sempre stato un ospedale psichiatrico.

Ciò che è sicuro è che l’isola abbia qualcosa di tetro e inquietante e che diversi ghost hunters o cacciatori di fantasmi siano convinti che sull’isola ci siano delle strane presenze.

La cosa sembra essere confermata da tutti coloro che ci sono poi stati. Tra vecchi palazzi abbandonati e pericolanti e una strana atmosfera da film horror, visitare Poveglia è un’esperienza da brividi che vi consigliamo di fare accompagnati da una guida esperta, come quella che trovate a questo link.

Pronti a tremare di paura?


#2 Il Fantasma dei Giardini della Biennale

statua di garibaldi venezia

Non distante dalla Biennale di Venezia si erge la statua di Garibaldi, eroe risorgimentale che guidò l’Italia all’unità.

La statua mostra la sua imponenza sulla piazza e attira gli sguardi degli spettatori, che invece non notano che sul retro della scultura si nasconde un’altra piccola statua di Giuseppe Zolli, un altro garibaldino, che fu aggiunto solo nel 1921.

Il mistero che si nasconde in questo luogo narra di un passante che all’improvviso si sentì strattonare da una figura rossastra, che lo fece molto spaventare.

Il passante attraversava la piazza come era solito fare per andare a raccogliere lumache all’interno dei giardini della Biennale, quando si sentì afferrare al braccio e strattonare a terra.

Quando l’uomo raccontò agli amici dell’accaduto, venne subito deriso e accusato di aver esagerato con il vino rosso. Di lì a poco però si intensificarono le voci dei passanti che giuravano di esser stati molestati da un fantasma, mentre si aggiravano in quella zona.

Col tempo si iniziò a diffondere la voce della presenza di un fantasma vestito di rosso, che girava attorno a quella statua, al punto che gli abitanti del luogo cominciarono ad organizzare ronde di controllo, fino a quando con grande stupore non avvistarono il fantasma proprio nelle vicinanze della statua.

In quel momento qualcuno tra la folla riconobbe in quel fantasma di rosso vestito, la figura di Giuseppe Zolli, il garibaldino impegnato nella difesa di Giuseppe Garibaldi, che continuava a svolgere il suo lavoro anche dopo la sua morte in terra.

Se vi trovate a passare da quelle parti, date un’occhiata alla statua. Non si sa mai che anche voi potrete assistere a questo spettacolo inatteso.


#3 Il Povaro Fornareto

La leggenda narra di un episodio accaduto nel 1507, quando Il Consejo dei Diese condannò a morte ingiustamente Piero Fasol, il garzone di un fornaio, accusato di un omicidio.

Pare che Fasol si stesse dirigendo verso la sua bottega, quando trovò per strada un pugnale e decise di correre dalla sua amata Annetta per farle un dono.

Giunto da Annetta, la ragazza rifiutò il pugnale e chiese a Pietro di tornare indietro per verificare se qualcuno stesse cercando l’oggetto andato smarrito.

Sulla strada del ritorno, Fasol ritrova per strada il corpo del defunto Alvise Guoro e corre immediatamente da Annetta e dalla sua padrona, signora Barbo, per comunicare l’accaduto.

Nello stesso momento giungono delle guardie che chiedono a Fasol di seguirle verso il Palazzo Ducale, dove viene rinchiuso nei pozzi dei sotterranei.

All’interno dei pozzi, Fasol perde la cognizione del tempo e solo il rintoccare delle campane gli donano un indizio temporale sullo scorrere del tempo.

Annetta e il suo padrone Messer Garbo, vanno poi a fargli visita e in quell’occasione suggeriscono a Fasol di confessare l’omicidio o scappare dalla prigione.

Fasol opta per la seconda opzione e nascosto sotto il mantello di Messer Garbo riesce a liberarsi e scappare. Poco dopo viene però riconosciuto e nuovamente imprigionato, sino alla condanna a morte che avviene in piazza sotto gli occhi di un folto pubblico.

La storia afferma che poco dopo però per un caso fortuito venne scoperto il vero autore dell’omicidio e da quel giorno pare si sia diffusa l’abitudine di pronunciare la frase “Ricordeve del poaro fornareto“, prima di pronunciare una sentenza.

La storia narra inoltre che, a seguito della morte di Fasol, la sua maledizione portò miseria ai protagonisti della vicenda:

  • Annetta morì povera;
  • Messer Barbo morì soffocato durante una cena;
  • Donna Barbo morì di tubercolosi.

#4 Il levantino e il mendicante

Cesco Pizzigani era uno degli scalpellini migliori della città lagunare e lavorò alla realizzazione della facciata della Scuola di San Marco, realizzando con suo estro, splendidi giochi prospettici, che resero la struttura famosa in tutto il mondo.

Nel 1501 però una malattia colpì sua moglie Florinda, condannandola a morte e lasciando Cesco in piena miseria, al punto che fu costretto a vendere la sua bottega.

Cesco finì presto nella miseria più totale e si ritrovò a mendicare davanti al portone di quella Scuola che egli stesso aveva contribuito a realizzare.

Nell’attesa, con in mano un vecchio chiodo, si divertiva ad incidere sui bordi dell’ingresso della scuola, i profili delle navi che vedeva ogni giorno caricare e scaricare merce al porto.

Nelle vicinanze risiedeva una giovane donna, che aveva avuto un figlio da un levantino di origine turca, che godeva dei privilegi riservati agli stranieri e risiedeva sull’isola di Giudecca.

Il figlio abitava col padre, ma andava spesso a trovare la madre, con la quale aveva però un rapporto turbolento, al punto da picchiarla di cattiveria, accusandola di essere la causa del suo conflitto interiore di sentirsi metà veneziano e metà turco.

La madre, dal canto suo sopportava questo atteggiamento, poiché amava il figlio più di ogni altra cosa.

Tuttavia un giorno questi episodi degenerarono e il figlio accoltellò a morte la madre, strappandole il cuore dal petto, gettando via il pugnale e correndo via con ancora il suo cuore in mano.

Scappando il giovane raggiunse la Scuola di San Marco e giunto al primo scalino ruzzolò a terra, lasciando precipitare il cuore, dal quale all’improvviso si udì la voce: “Figlio mio, ti sei fatto male?”.

Preso dal più totale sconforto, il giovane si gettò in mare, lasciandosi annegare.

In tutto ciò, Cesco assistette alla scena e decise di ricordarla a modo suo, incidendo l’immagine sul marmo. Oggi presso la Scuola, accanto ai profili delle navi, è ancora possibile scorgere la figura di un uomo con un turbante in testa che stringe tra le mani un cuore. Un cuore di madre.


#5 Ca’ Dario: Il Palazzo maledetto

ca dario palazzo maledetto venezia

Nel sestiere Dossoduro, al civico 353, sorge il palazzo Ca’ Dario, anche conosciuto per essere un palazzo maledetto.

L’edificio sorge affacciato sul Canal Grande ed è conosciuto nel mondo intero per essere portatore di una maledizione che porterebbe i suoi abitanti a morire sul lastrico in maniera catastrofica.

Il palazzo sorge nel 1479, ma gli strani episodi che lo riguardano iniziano nel momento in cui il palazzo venne ereditato dalla figlia di Giovanni Dario, in seguito alla sua morte.

Il marito di Marietta (questo il nome della figlia) subì subito un tracollo finanziario e poco dopo venne accoltellato.

Marietta, scioccata dall’accaduto, si suicidò, mentre il loro figlio fu vittima di un agguato in Grecia.

A questo punto il palazzo passa di mano in mano, sino a giungere al ricco mercante Arbit Abdoll, che ben presto cadde in miseria e fu costretto a vendere il palazzo a sole 480 sterline a Rawdown Brown.

Nel 1896, il palazzo passa sotto la proprietà della contessa Isabelle Gontran de la Baume-Pluvine, che lo restaurò e lo cedette in affitto al poeta Henri de Régnier, il quale poco dopo contrasse una dura malattia che lo costrinse a lasciare la città.

Dopo la seconda guerra mondiale divenne proprietario il ricco americano Charles Briggs, ma anche lui fu costretto a rifugiarsi presto in Messico a causa delle brutte voci sulle sue frequentazioni.

Dalla seconda metà del 900 sino ai giorni nostri, le storie drammatiche relative al Ca’ Dario si intensificano:

  • Nel 1970 il conte Torino Filippo Giordano viene assassinato da un marinaio straniero, il quale venne a suo volta ucciso;
  • Cristopher Lambert, manager del famoso gruppo musicale The Who, diventò all’interno del palazzo sempre più dipendente dalle droghe, sino a sciogliere la collaborazione col gruppo e finire in miseria;
  • Nel 2002, sempre il bassista dei The Who, John Entwhistle, prende in affitto il Ca’ Dario e viene stroncato da un infarto;
  • Fabrizio Ferrari e sua sorella Nicoletta diventano nuovi proprietari, ma lei morì d’improvviso in uno strano incidente stradale senza testimoni, mentre suo fratello subì un arresto per aggressione e un tracollo finanziario;
  • Il finanziere Raul Gardini, divenuto nuovo proprietario, viene coinvolto nello scandalo Tangentopoli e muore suicida.

Ma perché tanta sfortuna?

Pare che il palazzo sorga sopra un antico cimitero di templari, ma c’è anche chi sostiene che sia causa di uno strano amuleto che si aggira da quelle parti.

Ad ogni modo penso sia meglio stargli lontano.


#6 Le colonne scolorite di Palazzo Ducale

colonne rosse palazzo ducale venezia

Se state attenti nell’osservare il Palazzo Ducale, noterete subito come la nona e la decima colonna del palazzo abbiano un colore diverso dal bianco candido delle altre e tendano al rosa (sono realizzate in marmo rosso di Verona).

Questa particolarità ha causato la nascita di una leggenda che riguarda proprio quelle due strane colonne.

Pare che proprio in mezzo alle due colonne, il doge era solito prendere posto durante le importanti manifestazioni che si svolgevano in piazza San Marco, come ad esempio lo Svolo del Turco, durante la quale un acrobata in veste di angelo scendeva dal campanile di San Marco sino alle due colonne rosate, in bilico su una corda.

Ma quella posizione era riservata anche alle esecuzioni capitali svolte in città e specie alla esecuzione degli aristocratici, che venivano impiccati tra le due colonne e lasciati lì alcuni giorni a monito della cittadinanza.

La leggenda narra che al condannato a morte, prima dell’esecuzione, venisse offerta l’ultima possibilità di salvarsi. Essendo una delle colonne leggermente spostata e non in linea con le altre, al condannato che fosse riuscito a girarci attorno senza cadere, sarebbe stata offerta la grazia.

Ovviamente il Palazzo Ducale è una di quelle attrazioni che non potrete proprio fare a meno di visitare a Venezia, meglio se in compagnia di una guida esperta che vi sappia dare le giuste informazioni e curiosità sul monumento. Tra le tante guide, io ho scelta quella che trovate a questo link con molta soddisfazione.


#7 Il sottoportico Zurlin

Il sottoportico Zurlin è il portico più basso di Venezia, nonché il luogo in cui si svolge un’altra leggenda della città.

E’ il 1929, in una notte di freddo glaciale con pioggia mista a nevischio, e un dottore veneziano passeggia avvolto nel suo cappotto, cercando di proteggersi dalle intemperie, mentre si dirige verso casa.

Giunto nei presso del sottoportico Zurlin sente una voce di donna, avvolta in uno scialle nero che grida in sua direzione.

La donna lo informa che sua mamma è gravemente malata e necessita di cure immediate. Il dottore osserva la ragazza, magra e sciupata, cercando di capire senza successo dove l’avesse già vista.

Arrivati all’interno dell’abitazione, il medico fu preso dalla sensazione di conoscere quegli spazi e averli già visti. Giunto in prossimità della donna ammalata e febbricitante, riconobbe in lei la sua vecchia nutrice, che si era tanto presa cura di lui da giovane.

A quel punto il medico intervenne subito, somministrando medicine alla donna e vegliandola fino a quando il suo respiro non riprese la normalità.

Quando si girò alla ricerca della donna che lo aveva fermato per strada, si accorse che era sparita nel nulle e che di lei non c’era più traccia.

Quando la nutrice riprese conoscenza, il medico le disse di ringraziare tanto sua figlia, perché senza di lei non sarebbe mai giunto a salvarla.

Udendo queste parole, la donna si rattristò, rispondendo che era impossibile, poiché la figlia era morta circa un mese prima a causa della polmonite.

Il dottore rimase attonito e spiegò alla donna le sembianze della ragazza, raccontandogli che portava uno scialle nero sulle spalle.

La donna gli confermò la morte della figlia, ammettendo però che era solita portare uno scialle nero di lana, che la donna teneva ancora conservato all’interno dell’armadio.

Il medico aprì l’armadio e trovò la scialle. Lo toccò con una mano: era ancora bagnato.


#8 La statua di Ercole e la strega

Nel sestiere Cannareggio sorge la casa che fu dimora del famoso pittore veneziano Tintoretto e, sulla sua facciata, è possibile ammirare un altorilievo raffigurante Ercole che si appoggia ad una trave.

La leggenda racconta che Marietta, la figlia di Tintoretto, un giorno fu avvicinata da una vecchia, mentre era diretta a messa nella vicina chiesa.

La vecchia le cedette delle particole, dicendole di mangiarne una al giorno, qualora avesse voluto diventare come la Madonna, ma di non parlare con nessuno di quell’incontro.

Marietta decise però di non mangiare le particole, ma di seppellirle all’interno di una scatola in giardino, accanto all’abbeveratoio degli animali.

A quel punto gli animali iniziarono a impazzire e inginocchiarsi nei pressi dell’abbeveratoio. Marietta, impaurita, raccontò tutto a Tintoretto, che capì subito che la donna era in realtà una strega, che aveva provato a rubare l’anima della figlia.

Elaborò quindi un piano: porto le particole in chiesa e le rovesciò sull’altare. Disse poi alla figlia di affacciarsi al balcone e chiamare la vecchia dentro casa.

Nascosto dietro una porta, stese la vecchia con un colpo di bastone. La vecchia, comprendendo di essere nei guai, gettò un urlo e scappò attraverso il muro, lasciando un foro al suo interno.

Per coprire il buco dell’abitazione, Tintoretto ideò l’altorilievo di Ercole con la clava, mentre la vecchia strega sparì dalla circolazione.


#9 Il Canale dei Misteri

Esiste una teoria che vede nella costruzione e urbanizzazione della città di Venezia alcuni significati simbolici. Occorre rifarsi alla corrente di pensiero Feng Shui, della tradizione cinese, che sostiene che ogni casa vada costruita in modo da riuscire ad ottenere le onde benefiche del Grande Drago, che si trova nel sottosuolo.

A osservare Venezia dall’alto, pare infatti che il Canal Grande si snodi all’interno della città, simulando la forma di un serpente o dragone, dividendo in due la città.

Accanto alla coda del dragone si trova l’isola di San Giorgio, sulla quale sorge l’omonima chiesa, che è appunto dedicata al santo che nella tradizione cristiana uccide il drago.


#10 Lo spettro di Giordano Bruno a Ca’ Mocenigo

Ancora una storia di spettri e fantasmi è quella che ha come protagonista il palazzo veneziano di Ca’ Mocenigo.

Pare che il fantasma non sia altro che in cerca di giustizia per un particolare ospito che abitò per un periodo il palazzo: Giordano Bruno.

Giordano Bruno fu una figura molto discussa della scienza medievale, perché oltre a condurre studi rivoluzionari per i tempi, era anche un appassionato di occulto e magia e, per questo motivo, attirò su di se gli occhi di superiori che non vedevano di buon occhio ciò che faceva.

Giordano Bruno fu ospite della famiglia Mocenigo a partire dal 1592. La famiglia vedeva di buon occhio la sua presenza, poiché avevano l’ambizione di migliorare in questo modo le loro capacità esoteriche.

La vicenda però assunse poi un finale tragico, poiché Mocenigo, non vedendo miglioramenti nelle sue doti, decide di denunciare Giordano Bruno alle autorità veneziane, accusandolo di blasfemia, disprezzo verso la religione cattolica e arti magiche e occulte.

A quel punto Giordano Bruno venne arrestato dalle autorità e di lì a poco estradato a Roma con gravi capi di imputazione.

Nonostante egli abbia sempre rigettato ogni accusa, venne poi condannato a morte e bruciato vivo in piazza.

Da quel momento in fantasma si aggira nel palazzo, mostrando la sua presenza sempre legata all’elemento acqua, proprio quell’acqua che avrebbe potuto spegnere le fiamme nelle quali fu avvolto Giordano Bruno.

I rubinetti si attivano da soli, gli allagamenti sono all’ordine del giorno, guasti alle tubature e allentamenti di vita sono i fenomeni che provano la presenza del fantasma.

Pare che il fantasma sia anche stato avvistato, ma solamente da donne con età superiore agli 85 anni, affacciato dalla finestra che ospitò Giordano Bruno, ai piani alti del palazzo.


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